In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione corretta tra Abietto e Abbietto.
La maniera più esatta per scrivere questa parola è Abietto, con una sola b. La sua versione con la doppia b, comunque ancora in uso, non è tuttavia da considerare errata, ma piuttosto desueta. Questa parola proviene dal termine latino abiectus, che è il participio passato del verbo abicere, il cui significato più immediato è quello dell’allontanamento, con disprezzo, di una persona o di un oggetto. Un gesto per il quale la persona, o l’oggetto, da respingere risulta particolarmente sgradevole e ripugnante. Ma capire come si arriva a questo termine, e quindi come si compone questa parola esattamente, può essere una maniera di comprenderne meglio il significato intrinseco.
Abicere è la composizione di ab e del predicato icere. La preposizione ab generalmente viene interpretata nel senso del moto da luogo, anche figurato, e si può tradurre da. Ma può essere considerato anche come complemento d’agente, riferito ai verbi, e tradotto sempre come da. Icere invece è un verbo, e il suo significato più comune è colpire, o percuotere. Quindi abicere diventa letteralmente da colpire, o da percuotere, facendo diventare il gesto nei confronti della persona, o dell’oggetto, come una spinta materiale ed energica che serva a creare immediatamente una distanza. Una distanza che non sposta il soggetto dallo spazio che occupa, ma muove l’oggetto, che invece modifica la sua posizione.
Questa visione della mancata interrelazione spaziale tra soggetto ed oggetto è importante. Infatti essa determina il senso di non venire toccato dal secondo, neanche come reazione alla spinta, e quindi dal non esserne minimamente coinvolto. Mentre il secondo, con un movimento repentino e fulmineo, si trova ad occupare una posizione radicalmente diversa. Ciò comporta un senso di purezza ideale del soggetto, che contrasta invece con quello abominevole dell’oggetto. Ecco che la persona abietta, o l’oggetto abietto, diventano cose da scacciare, e scacciare è diverso dal rifuggirne. Un oggetto, o una persona, da spingere via, da respingere energicamente. Ma abbietto, non può provenire che dalla stessa composizione, cioè ab icere.
Allora la differenza tra i due termini, dal punto di vista semantico, è solo nel valore rafforzativo dell’idea, e del gesto da compiere, che è dato proprio dalla doppia b, è così infatti che la parola abbietto continua a mantenere il valore espressivo dell’analogo abietto, differenziandosi solo nel rimarcare, con il raddoppiarsi della consonante intermedia, il sentimento di ripulsa.