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di Luca Piccini

Inaugurazione o Innaugurazione – Come Scrivere

In italiano il morfema “in-” può funzionare in due modi diversi: come preposizione “in” (valore locativo o intensivo, che corrisponde in Treccani all’etichetta in-¹) e come prefisso negativo-privativo (in-²), quello che esprime mancanza o contrarietà e che, per assimilazione, può cambiare forma davanti a certe consonanti. Quando “in-” è negativo, il suono /n/ si assimila tipicamente a l, m, r generando gli allomorfi “il-”, “im-”, “ir-”; davanti a b e p diventa “im-”; e davanti a parole che cominciano con n si conserva la nasalità dando luogo al raddoppiamento di n, come mostrano aggettivi e participi passati quali “innaturale”, “innegabile”, “innocuo”. La voce enciclopedica Treccani su in-² illustra proprio i comportamenti del prefisso, mentre i lemmi specifici “innaturale”, “innegabile” e “innocuo” documentano la doppia n davanti a n. Questi esempi servono a capire che il raddoppiamento nasce da un contatto fonetico tra il prefisso in- negativo e una base che inizia con n; non è un abbellimento grafico libero. Ma “inaugurazione” non rientra in questo schema, perché non contiene il prefisso in-² negativo: discende da in-¹ + augurare e la base non inizia affatto per n. Di qui la n scempia.

È altrettanto importante distinguere il piano della pronuncia da quello dell’ortografia. In italiano esiste il cosiddetto raddoppiamento sintattico, un fenomeno fonosintattico per cui, in certe condizioni, la consonante iniziale della parola successiva si pronuncia doppia, ad esempio dopo parole tronche. Tuttavia questo raddoppiamento riguarda la pronuncia nel flusso parlato e non autorizza modifiche alla grafia delle parole coinvolte. Anche se in una frase la n di “inaugurazione” potesse suonare rafforzata per motivi prosodici, la parola rimane scritta con una sola n. La trattazione Treccani sul raddoppiamento sintattico chiarisce bene la differenza.

Un altro appiglio pratico per evitare errori è ricordare il comportamento del suffisso “-zione”, che in italiano si scrive con z scempia. “Inaugurazione” segue questa regola come qualunque altro derivato in “-zione”, e non va scritto “inaugurazzione” né “inaugurazzióne”. Un vademecum universitario sui raddoppiamenti grafici ricorda proprio di tenere scempia la z del suffisso “-zione”.

Tornando alla parola che ci interessa, “inaugurazione” è il nome dell’atto o della cerimonia con cui si inaugura qualcosa: un edificio, una mostra, un anno accademico o giudiziario, un corso, e via dicendo. Lo stesso Vocabolario Treccani mette in evidenza tanto il valore storico latino quanto gli usi moderni, e registra la posizione dell’accento tonico su “-zió-”, per cui la scansione è in-au-gu-ra-zió-ne. È bene ricordarlo per una lettura corretta nei contesti formali.

Se rimane il dubbio di chi tende a scrivere “innaugurazione” per analogia con “innocuo” o “innaturale”, la chiave sta tutta nel tipo di in- in gioco. In “innocuo” e “innaturale” opera il prefisso negativo in-², che, scontrandosi con una base che comincia per n, raddoppia la consonante per assimilazione. In “inaugurazione” non opera alcuna negazione: c’è la preposizione in-¹ fusa con “augurare”, cioè con la famiglia di “augurio”, “augure”, e da qui la forma scempia. Le voci Treccani citate sopra rendono trasparente questa differenza, e mostrano anche la parentela di parole come “inaugurare” e “inaugurale”.

Chi scrive molto può trovare utile un’ulteriore osservazione d’uso. Nella lingua scritta l’articolo si elide regolarmente: si dirà “l’inaugurazione del museo”, non “la inaugurazione del museo”, benché quest’ultima soluzione non sia scorretta in assoluto, ma suoni artificiosa. Inoltre, nei testi che assumono la cerimonia come titolo ufficiale di un evento, la maiuscola dell’incipit segue le normali convenzioni editoriali (“Inaugurazione dell’Anno Accademico 2025/26” in un frontespizio), ma nel corpo del testo la parola resta in minuscolo (“l’inaugurazione dell’anno accademico è prevista per…”). Nel dubbio, la consultazione di un dizionario d’uso aggiornato è sempre la strada più sicura.

Passiamo ora agli esempi d’uso corretti, per fissare definitivamente la grafia. Immaginiamo il comunicato di un Comune: “Domani alle 11 si terrà l’inaugurazione della nuova biblioteca civica alla presenza del sindaco e delle autorità”; la frase è corretta perché la parola chiave non presenta alcun raddoppio di n e si combina con l’articolo eliso. In un invito aziendale potremmo leggere: “Siamo lieti di invitarla all’inaugurazione della nostra sede rinnovata, con taglio del nastro e visita guidata”; anche qui la preposizione articolata “alla” tronca davanti a vocale, e la parola conservi la n scempia. In un contesto accademico è normale scrivere: “Durante l’inaugurazione dell’anno accademico il Rettore terrà una relazione sui risultati della ricerca”; noti come l’uso istituzionale non cambia la grafia. In ambito culturale si incontra spesso: “La inaugurazione della mostra è stata accompagnata da un concerto” ma, in registro neutro, è preferibile “l’inaugurazione della mostra…”, con elisione; in nessun caso si scrive “innaugurazione”. In un articolo di cronaca potremo trovare: “Migliaia di persone hanno partecipato all’inaugurazione del nuovo ponte”, dove il complemento di specificazione chiarisce che cosa si inaugura. In un’email formale, la scelta può essere: “Con la presente confermiamo la nostra partecipazione all’inaugurazione del 5 ottobre e rimaniamo a disposizione per eventuali necessità organizzative”, frase perfetta per registro e ortografia. In una didascalia social, pur informale, conviene mantenere precisione: “Pronti per l’inaugurazione del laboratorio: vi aspettiamo numerosi!”. In un regolamento interno si può leggere: “Durante l’inaugurazione non è consentito l’accesso ai locali tecnici”, dove la parola mantiene il suo valore tecnico senza modificarsi. In un curriculum o in un portfolio, una persona potrebbe scrivere: “Ho curato l’inaugurazione di tre spazi espositivi tra il 2023 e il 2025, coordinando fornitori e comunicazione”. In un testo letterario, infine, la parola funziona senza problemi: “L’eco dell’orchestra, nel salone stipato per l’inaugurazione, vibrava come promessa di giorni migliori”, dove l’effetto stilistico non giustifica mai un arbitrio grafico.

Questi esempi mostrano che “inaugurazione” è parola duttile, adatta a registri e domini diversi, ma sempre con la stessa forma. L’errore “innaugurazione” nasce da un’analogia fuorviante con i derivati del prefisso negativo in-² o da un generico desiderio di rafforzamento grafico. Per evitarlo, bastano tre pensieri-chiave: ricordare l’etimo in-¹ + augurare; associare mentalmente “inaugurazione” a “inaugurare” e “inaugurale”, che nessuno scriverebbe con doppia n; e tenere a mente che “-zione” ha la z scempia.

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About Luca Piccini

Laureato in lettere classiche, formatore nel campo della comunicazione e grande appassionato di rete.

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