In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione corretta tra Avvezzo e Avezzo.
La maniera corretta di scrivere questa parola in lingua italiana è avvezzo. Scrivere avezzo è un errore che, purtroppo, fa parte del parlato di alcuni idiomi locali, dove per tradizione la doppia v viene erroneamente ridotta ad una sola consonante. Infatti, la parola avezzo se avesse un senso, dovrebbe essere considerata come la composizione tra la parola vezzo ed una a che la preceda e che avrebbe, in questo caso, valore privativo, cioè suonerebbe senza vezzo. Mentre nella sua forma corrente, ed esatta, nella parola avvezzo al termine vezzo è anteposta la preposizione a, nel senso di vicino, presso. Quindi il suo significato potrebbe essere definito dalla frase presso il vezzo.
Ma cosa sia esattamente il vezzo, e cosa c’entra in questa parola, è da capire meglio. Siamo abituati a considerare questo termine con il significato di atteggiamento o capriccio, ma il suo senso originario viene dal latino vitium, cui è riduttivo dare il significato che noi oggi attribuiamo a vizio. Vitium infatti, nella lingua latina, significa difetto, ma significa anche abitudine da cui non ci si riesce a liberare, rimanendovi intrappolati. Un cerchio dal quale è difficile uscire, per carenza di forza di volontà, cosa che per i Romani era considerata un difetto gravissimo.
Ma torniamo all’odierno vezzo, visto più che altro come abitudine, e cerchiamo di capire meglio entrambe le parole, e la loro eventuale provenienza più o meno giustificabile. Vediamo quella errata. Avezzo a questo punto andrebbe tradotto come privo di vezzo. Ma privo di vezzo, o di abitudine, non ha molto senso, mentre potrebbe avere senso la sua trasposizione dal termine latino, e quindi privo di vizi. Una condizione questa che la lingua italiana preferisce esprimere in senso positivo, usando il temine virtuoso, cioè ricco di virtù.
Vediamo invece il termine avvezzo. Risulta essere la trasposizione del latino ad vitium e significa propenso al vizio. Ma in italiano possiede più il senso dell’abitudine, che del difetto vero e proprio, e significa soprattutto predisposto, particolarmente portato a fare una cosa. Una cosa per la quale l’abitudine, ad eseguirla con regolarità, ha donato in un certo qual senso un verso, una maestria fuori dal normale. E in effetti è proprio questo il senso corrente del termine avvezzo, cioè colui che è particolarmente portato a fare una cosa, oppure abituato a eseguire un lavoro o un compito.