In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione corretta tra Manodopera e Mano d’Opera.
Il modo più comune di scrivere questo termine è Manodopera. Risulta essere vero che la versione che stacca le parole è altrettanto usata e riconosciuta. Del resto il significato, almeno a prima vista, sembra essere assolutamente uguale. Infatti, la parola manodopera, nel suo significato usuale, indica, come recita l’Enciclopedia Treccani Online, il complesso delle persone che prestano lavoro subordinato in uno o più settori dell’attività produttiva, mentre la versione con le parole mano e opera separate, anche se non sembra dare, nell’immediato, l’idea dell’insieme, viene considerata altrettanto corretta, sia dalla Treccani che dagli altri dizionari, compreso quello dell’Accademia della Crusca.
Ma il perché l’unione di queste due parole oggi rappresenti le maestranze operaie, è probabilmente da ricercare nei tentativi, dalla rivoluzione industriale fordista in poi, di restituire, almeno nei termini, agli addetti alle catene di montaggio, sviliti dalla meccanicità e ripetitività del loro lavoro, un’immagine di dignità, che il lavoro ha sempre avuto, ma che in quel periodo sembrava fosse stata dimenticata.
Del resto passare dal termine operaio, come colui che lavora in un opificio, a mano d’opera, come coloro che prestano la loro collaborazione manuale alla realizzazione di un’opera, anche se il significato reale non cambia, lascia immaginare che questo contribuire manualmente alla realizzazione di un’opera torni ad avere l’importanza di una lavorazione artigianale, nella quale porre cuore e attenzione. Vero è che esistono ancora aziende dove la manualità è riconosciuta come un valore, come le piccole ditte artigiane, ma per altre, molto più massificanti, l’unica differenza reale è nel passaggio dalla dimensione individuale del manovale, a quella indeterminata della forza lavoro.
La parola manodopera però, per quanto sia un unico termine ed abbia un significato preciso, è comunque formata da due parole, mano e opera, che posseggono un’identità precisa. Una è la mano, che da sempre è stata il simbolo della capacità creativa dell’uomo, e l’altra è l’opera, che rappresenta il manufatto artigiano per eccellenza. Del resto in Italia, ma non solo, mettere mano significa iniziare a lavorare, mentre il lavoro è comunque opera, realizzata o da realizzare. Quindi mano, che sta per manualità, indica la partecipazione della persona tramite la sua applicazione fisica, mentre opera, da pus, individua il lavoro da eseguire.
Ecco che la mano d’opera diventa l’insieme di coloro che mettono mano all’opera da realizzare, e che, in base al lavoro da fare, può essere più o meno specializzata. Infine, ma non è meno significativo, manodopera è anche l’unità di misura del lavoro da portare a termine, cosa che consente, concordato il termine di consegna del manufatto e valutate le risorse umane da approntare, di sapere quanti operai serviranno a realizzarla nel tempo stabilito, e quanto costerà di manifattura.