In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione corretta tra Sfocato e Sfuocato.
Il modo corretto di scrivere questo termine è sfocato e non sfuocato. Infatti, per quanto la sua origine possa essere fatta risalire alla parola fuoco, il suo significato non proviene dal quel fenomeno che determina le fiamme, ma da quello omonimo, legato alla visione più o meno nitida di un oggetto, o di un contesto. Quindi è più logico che sfocato provenga dal significato che possiede attualmente la parola focus, e cioè la concentrazione su un punto, piuttosto che da fuoco, intesa come combustione.
In effetti i due termini, focus e fuoco, si accavallano in più di un’occasione, come nell’espressione mettere a fuoco, che si può tradurre come focalizzare, oppure non essere più a fuoco, analogo appunto del termine sfocato. Ma vediamo cosa c’entra l’allegro fuocherello, che consuma la legna del camino sprigionando fiamme vivaci, con l’espressione che simboleggia invece una visione nitida e precisa. C’entra nella misura in cui due o più fonti di energia, distolte dal loro ordinario percorso, e concentrate in un unico punto, sommano le loro forze, e producono un fenomeno straordinario, quale può essere, per esempio, il divampare improvviso delle fiamme da un corpo fino a quel momento inerte.
Archimede intuì questa legge, e la applicò agli specchi ustori che bruciarono le navi dei romani, salvando Siracusa. La stessa cosa, in piccolo, succede quando, tramite un qualsiasi specchio concavo, o una lente d’ingrandimento, convogli i raggi solari su un foglio di carta, facendo apparire il fuoco nel punto dove questi si concentrano. Ecco perché indirizzare i raggi su un punto è diventato sinonimo di mettere a fuoco. Lo stesso principio vale per lo sguardo, perché si può vedere limpidamente un oggetto solo quando gli occhi lo puntano, mentre se guardano più vicino, o più lontano, l’immagine appare imprecisa, sfocata appunto.
Ma, ad un certo punto, le due realtà prendono strade diverse perché, mentre il fuoco nasce dall’effetto scaturito dal concentrarsi dei raggi e, grazie a legno ed ossigeno, o a qualsiasi altra combinazione tra combustibile e comburente, prosegue la sua opera di trasmutazione degli elementi, creando movimento, la scintilla vivida, dovuta al concentrarsi dei raggi, dura solo un attimo, il tempo di fissarsi nella retina, o sulla pellicola fotografica, per essere cristallizzata poi nella memoria, o in una foto.
Così focus sta a fuoco e mettere a fuoco non significa necessariamente bruciare, ma concentrare gli sguardi, o l’attenzione, su un punto per un attimo, perché poi la carrellata continua e quel punto torna ad essere sfocato, da focus preceduto dalla s privativa, quindi non più focalizzato, e non sfuocato, che dovrebbe provenire dalla parola fuoco, e visto come l’improbabile regressione del corrispondente fenomeno chimico fisico.