In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione corretta tra Soprassedere e Soprasedere.
Se vuoi dire che vai oltre una cosa che avresti dovuto fare, ignorandola o procrastinandola, devi scrivere soprassedere. Il termine soprasedere, scritto in questo modo, non esiste più, anche se lo si potrebbe rievocare, anacronisticamente, come traduzione del latino super sedere, che significa essere collocato più in alto, o stare sopra, o, ancora meglio, sovrastare. Ma vediamo le due forme nel dettaglio.
Soprassedere, anche se la sua forma originaria viene dall’unione dei due termini sopra e sedere, ormai ha assunto il significato di procrastinare l’evento, o l’azione, a cui si riferisce. Infatti, per quello che riguarda la sua attuale definizione, risulta essere astenersi dal fare qualcosa rinviandola a un altro momento. Il tentativo, invece, di dare a questa parola anche il significato originario di essere posto, o seduto”, sopra, è abbastanza forzato, perché non corrisponde più alla lingua parlata.
Questo perché la parola, nell’accezione comune, da quando è diventata unica e indivisibile, è intesa quasi esclusivamente nel senso di andare oltre. Un significato, all’apparenza improprio, che deriva dalla differenza tra la potenza e l’atto che derivano dalla posizione, infatti, mentre chi sopra siede, essendo in posizione dominante, può decidere se e quando dare il via ad una operazione, chi soprassiede la mette in pratica operando una scelta.
Questo significa che c’è differenza tra chi ha una posizione dominante, e quindi possiede, tra gli altri poteri, anche quello di bypassare una azione o una scelta, e chi mette in pratica l’unico potere che ha, nel contesto, cioè quello di scegliere di andare oltre, o di non dare importanza all’evento. Quindi si passa dalla possibilità di agire, conferita a chi sopra siede dalla sua posizione, al gesto compiuto di chi soprassiede, con un diritto ad agire assodato.
Del resto, se una tale dimensione di potere decisionale è insita in una condizione di superiorità, si presuppone invece che chi agisce abbia acquisito, o gli sia stato concesso, il diritto a poterlo fare.