In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione corretta tra Acquisire e Aquisire.
La maniera corretta di scrivere, e pronunciare, questa parola è con la cq, quindi acquisire e non con la sola q e quindi aquisire. In italiano la consonante q, posta all’inizio di una parola, è sempre seguita dalla vocale u che, a sua volta, compone una sillaba con un’altra vocale, come in quadro, quaderno, questua, quinario. A questa regola fanno eccezione cinque parole, e cioè cuoio, cuocere, cuore, cuoco, cui. Poi ci sono i casi in cui la q è all’interno di una parola, o da sola, come in equo, equivalente, inquisito oppure preceduta dalla c, con la quale forma il gruppo cq.
Le parole dove è presente il gruppo cq generalmente vengono collegate alla parola acqua, e a tutte quelle che derivano da questo termine. Ma la cosa non è così scontata, perché, se questa regola va bene per tutte quelle parole che richiamano l’elemento naturale liquido, come acquerugiola, acquaio, acquedotto e acquario, per altre parole giustificare il legame con l’acqua risulta decisamente più difficile. Risulta essere il caso di acquisire che con l’acqua non sembra, almeno all’apparenza, avere un legame.
Questo perché, per quanto non tutti i termini possano essere fatti risalire alla lingua latina, purtuttavia in molti casi essa è servita a traghettare parole di altre civiltà, con le quali il popolo romano è venuto a contatto. Nel caso di acquisire, infatti, più che cercare analogie con l’elemento acqua, tocca separare il prefisso a dal termine quisire, che con ogni probabilità viene da quirere, come è riportato dal Dizionario Italiano Latino Olivetti, dove acquisire appunto viene tradotto come acquirere.
Da quirere vengono sia il quirite, che è il cittadino che possiede la cittadinanza romana, o per diritto di nascita, o per concessione, e Quirino che era l’antico appellativo di Romolo, fondatore di Roma, oltre che uno dei componenti della Triade Capitolina, punto focale della composizione olimpica, insieme a Giove e Marte. Quirino, successivamente, fu identificato con Giano, da Janua, colui che apre e chiude le porte, e sostituito nella Triade da Giunone.
Ma se Giano Quirino era preposto alle porte, acquisire diventa sinonimo di ciò che si può aprire e chiudere, cioè ad quirere. Infine, giusto per tornare ai Sabini, è proprio il Petrarca, nel suo Invective contra medicum, volgarizzato dal Silvestrini, a pag. 62, a ricordare come l’asta da combattimento fosse chiamata quiris dai Sabini, e che da essa prese il nome, come Quirino, Romolo, che con l’asta demarcò il confine.