In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione corretta tra Conciso e Coinciso.
L’espressione estremamente sintetica di un concetto oggi non ha quasi più valore. Piuttosto si gira e si rigira intorno al fatto da comunicare, con dovizia di particolari e frasi rafforzative, spesso inutili e ripetitive. Ciò grazie al fatto che la pubblicità ci ha spinto a chiudere le orecchie, e la trasmissione dei concetti, in mezzo ad un bombardamento continuo di segnali sonori, è diventata davvero difficile. Eppure, quella di essere concisi, è un’arte. Infatti, riuscire ad esprimere compiutamente un concetto, in una frase di poche parole, aumenta notevolmente la soglia di attenzione del pubblico, o della persona che ti ascolta.
E c’è di più, perché esprimersi in maniera concisa, stringata, offre all’interlocutore un’idea completa di ciò che gli vuoi dire, in modo che poi, quando svilupperai il concetto nei dettagli, farà meno fatica a seguirti. Capirà meglio e più velocemente, e avrà la possibilità di farti delle domande, perché i passaggi saranno più chiari. Se fai il giornalista, per esempio, devi essere conciso nei sommari, se vuoi dare il taglio veloce ed esaustivo dell’articolo, e se sei un relatore, essere conciso sul tema da trattare ti regalerà un pubblico più attento e partecipe. Quindi, se per te conciso è sinonimo di stringato, la maniera corretta per scriverlo e pronunciarlo è conciso.
Altro valore bisogna dare al termine coinciso. Essendo il participio passato del verbo coincidere, il suo significato rimane nell’ambito, sia letterale che simbolico, del predicato da cui proviene. Assolutamente desueto come sostantivo, accompagna piuttosto il soggetto a cui si riferisce, stabilendo una relazione con un oggetto simile, perfettamente aderente, per metterne in risalto i dettagli, o per sottolinearne l’identità nella differenza. Indica anche un’attività di simulazione perfettamente condotta a termine, o la compresenza di due avvenimenti nello stesso contesto spaziotemporale.
Il significato del termine coincidere deriva dal legame tra co, proveniente dal cum latino, e incidere, che è un termine composto, da in e cidere. La traduzione letterale di incidere è cadere dentro, cioè ritrovarsi a scivolare nel solco tracciato, come l’inchiostro nella linea graffiata sul papiro dal pennino, o il metallo fuso nella fenditura fatta dallo scalpello sulla pietra levigata. Un’azione quindi che crea un grafico, una traccia, una figura, una immagine che, con l’aggiunta del prefisso co, pone due realtà sul piano del confronto, nella somiglianza o nella differenza. In questo caso si scrive coinciso, dal verbo coincidere, anche se è più facile che il concetto di coincidenza tra due situazioni, oggi, venga espresso con una perifrasi.