In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione corretta tra Davanti e D’avanti.
Il processo di univerbazione della parola davanti, costituita dall’unione tra di e avanti, elimina, dal termine completo, l’elisione della i con l’uso dell’apostrofo, e cataloga come corretta solo la sua forma continua, e cioè davanti, mentre pone tra gli errori di scrittura la forma apostrofata d’avanti. Ma la scelta di usare questa forma, per quanto dichiarata errata, pare che non sia universalmente rifiutata, visto che il Dizionario di Ortografia e Pronuncia, cioè il DOP, ne riconosce l’uso, anche se lo dichiara raro e inconsueto, riportando come esempio la sua presenza frequente anche in scritti letterari e poesie di autori storici, come Giovanni Pascoli o Giosuè Carducci.
Tra l’altro, quando il dubbio genera una grande quantità di richieste di chiarimento, questo significa che c’è, alle spalle di quel termine, una abitudine all’uso, che rende perlomeno ingiusto eliminarlo del tutto. E, al tempo della Tecnologia, chi meglio di Google può dire quale sia il polso della situazione, se non con la comunicazione che ci sono stati dieci milioni e 600 mila utenti che hanno cercato di sapere se davanti si scrive con l’apostrofo o tutto unito. Un segno che denota come l’uso comune stenta a digerire questa realtà.
Tra l’altro il processo di univerbazione, secondo il linguista Luca Serianni, riguarda l’unione di due termini in origine separati e che hanno subito successivamente un processo di fusione. Due parole che spesso sono state usate insieme e che, alla fine, sono diventate un’unica realtà. Risulta essere il caso di in vece che è diventato invece oppure di palco scenico che si è trasformato in palcoscenico. La stessa trafila però non può essere attribuita a di avanti perché, in questo caso, l’apostrofo sarebbe d’obbligo, se non altro per ragioni di stridente cacofonia dell’espressione.
Non si pone alcun dubbio invece l’Enciclopedia Treccani online, che non solo disconosce il termine d’avanti, ma stabilisce che la parola davanti deve essere seguita dalla preposizione a, perché, volendo riportare letteralmente la spiegazione, La forma davanti qualcosa non è da considerarsi scorretta, ma piuttosto antiquata, anche se è stata usata largamente fino alla prima metà del Novecento. E infatti la stessa Enciclopedia Treccani, oltre a citare il titolo della poesia di Carducci, riporta una frase descrittiva che Moravia usa in Nuovi racconti romani, e cioè davanti le baracche, ci sono gli steccatelli. Un’ennesima dimostrazione che le regole, in una lingua complessa come quella italiana, per quanto le si possa considerare stabili, non sempre riescono a essere categoriche.