Nel parlare le parole non vengono pronunciate separatamente ma unite, invece, secondo l’intonazione ed il ritmo della frase.
Nell’incontro tra le parole nella frase si verificano, in particolare, fenomeni quali: l’elisione, il troncamento ed il raddoppiamento fono sintattico. In alcuni casi, tali fenomeni si verificano per finalità eufoniche ovvero per rendere il suono più gradevole.
Elisione
L’elisione rappresenta la caduta della vocale non accentata in fine di una parola davanti alla parola successiva iniziante per vocale. La caduta della vocale viene segnalata attraverso l’apostrofo (‘). L’elisione avviene sulla base di regole grammaticali che stabiliscono quando o non può essere applicata. L’elisione, in linea di massima, avviene con: ci seguito dai verbi essere ed entrare (es. c’entra); gli articoli un, lo, la (es. un’amica); gli aggettivi questo, quello, bello, santo (es. sant’uomo); le preposizioni articolate composte con gli articoli lo, la (es. nell’osso);la preposizione di (es. d’altri).
L’elisione non è prevista per gli articoli, gli aggettivi e le preposizioni seguiti da i semiconsonantica; per le particelle pronominali atone li e le in funzione di complemento oggetto; con il pronome personale atono ci seguito da vocale diversa da i; con la preposizione da, per evitare confusione con di; con la particella pronominale atona le in funzione di complemento di termine.
Come comportarsi quando si scrive una parola con l’apostrofo e si ha la necessità di andare a capo? La prima soluzione riguarda la possibilità di lasciare la vocale che dovrebbe essere elisa. La seconda, invece, riguarda la possibilità di spezzare la parola da un punto diverso dell’apostrofo. Oggi, nell’uso comune, si è diffusa l’abitudine di lasciare l’apostrofo e poi andare a capo.
Si sono diffusi nell’uso comune degli errori di elisione. Un esempio è l’uso errato di apostrofare la particella rafforzativa ci davanti alle voci del verbo avere (es. c’ha invece di che ha).
Troncamento
Il troncamento consiste nella caduta della vocale non accentata finale di parola o dell’intera sillaba finale di una parola, davanti a parola iniziante sia per vocale che per consonante (escluso la lettera s seguita da consonante gn, ps, x, z). A differenza dell’elisione, il troncamento non è in genere segnato dall’apostrofo.
Il troncamento si ha con l’aggettivo buono nella forma maschile singolare; uno, alcuno, ciascuno, nessuno al maschile (es. un cane); quello al maschile singolare, ma solo davanti a consonante (es. quel padrone); gli aggettivi bello, grande, santo al maschile singolare ma solo davanti a consonante (es. bel sole); i nomi dottore, ingegnere, signore, etc. seguiti da nome proprio (es. dottor Caruso); frate, suora seguiti da nome proprio (es. fra Giuseppe). In questo caso si parla di troncamento sillabico.
In alcuni casi particolari il troncamento è segnalato dall’apostrofo come nel caso di po’ per poco, fa’ per fare e via discorrendo. Ricordate che parole come tal e qual non vogliono mai l’apostrofo.
Non sempre la differenza fra troncamento ed elisione è evidente, ma sapere a cosa ci si trova di fronte è importante, perché l’elisione vuole l’apostrofo e il troncamento no. Un metodo utile per capirlo consiste nel vedere se il termine (ad esempio buon o pover) può stare davanti a un altro dello stesso genere che inizi per consonante (in questo caso è un troncamento) oppure no, in questo caso è un’elisione.