Quando leggiamo una parola riusciamo a darle un tono pronunciandola grazie agli accenti grafici che si distinguono in acuti e gravi. L’accento acuto (´) si pronuncia come suono chiuso. L’accento grave (`), invece, si pronuncia come suono aperto. Le vocali e e la o possono avere un suono aperto e chiuso. Invece, la vocale a mantiene sempre un suono aperto a differenza della i e la u che hanno un suono sempre chiuso nonostante vengano scritte sempre con l’accento grave per una ragione di tipo tecnico. In passato, infatti, le macchine da scrivere non avevano un tasto dedicato a queste vocali accentate.
L’accento circonflesso (^) può essere considerato, invece, come un caso a parte in quanto sta ad indicare l’assimilazione di due lettere oppure la caduta di un’altra (es. il plurale di odio veniva scritto odî oggi si mantiene la doppia: odi)i. Nella grammatica italiana questa tipologia di accento non è più in uso. Lo è invece in altre lingue come, ad esempio, in quella francese anche se l’uso moderno è limitato, per esempio château – castello. In inglese, una delle lingue più parlata al mondo, non vengono usati accenti grafici. In greco, invece, ogni parola è accentata.
Come dicevamo per gli accenti gravi e gli accenti acuti, esistono suoni chiusi e suoni aperti. E’ il caso delle vocali e ed o non accentate che hanno, in linea di massima, sempre un suono chiuso. La e viene pronunciata aperta nel dittongo ie a meno che non ci siano i suffissi –etto ed –ezza. Un esempio parole in cui la e viene pronunciata aperta sono fièno e sièro. La e ha un suono aperto anche nei gerundi e nei participi presenti della seconda e terza coniugazione, nella prima persona singolare e nella terza singolare e plurale del condizionale presente oltre che nella prima persona singolare e nella terza singolare plurale del passato remoto in –etti. La lettera o è aperta nel dittongo –uo, in parole sdrucciole di origine greca o latina, come astròfilo.
Grazie al suono chiuso o aperto si riescono a distinguere tra loro parole omografe che hanno la stessa sillaba tonica ma significato diverso. Per esempio fosse con il significato di verbo e fòsse con il significato di buche. In altre parole, però, nemmeno l’accento aiuta. In questo caso bisogna servirsi dell’aiuto del contesto per comprenderne il significato.