In questa guida spieghiamo quali sono gli aggettivi dimostrativi e come utilizzarli.
Gli aggettivi in genere servono a definire con maggiore precisione gli attributi del nome al quale si riferiscono. Essi si dividono in qualificativi e indicativi. Gli aggettivi dimostrativi appartengono alla categoria indicativi. I principali e più usati sono questo, codesto e quello. Essi sono perfettamente declinabili come numero e come genere, e vengono utilizzati per determinare la posizione del nome al quale sono collegati. Una posizione che può essere spaziale, per esempio, oppure temporale.
L’aggettivo Questo generalmente si riferisce a qualcosa che è prossimo a chi sviluppa il concetto, ovvero è vicino a chi parla, come si diceva una volta. L’aggettivo Quello si riferisce a qualcosa che è contemporaneamente distante sia da chi sta imbastendo il discorso che dal suo interlocutore. Sempre volendo usare le definizioni di un tempo, con Quello si indica qualcuno o qualcosa che è lontano da chi parla e da chi ascolta. L’aggettivo Codesto invece indica la vicinanza del sostantivo a cui si riferisce all’attore passivo del discorso, quindi, sempre volendo usare una definizione tanto antica quanto efficace, è vicino a chi ascolta. C’è da dire che Codesto ormai è quasi in totale disuso nella lingua moderna, probabilmente perché ormai le distanze di rispetto tra gli interlocutori sono state abolite. Ma cerchiamo di definire meglio il concetto di posizione, che sia spaziale o temporale.
La posizione spaziale circoscrive lo spazio che circonda gli attori della scena. Quando usi l’aggettivo dimostrativo Questo nella sua accezione spaziale, attribuisci al suo sostantivo una collocazione prossima a te stesso. Questa prossimità, o vicinanza che sia, non è definita esattamente, ma relativamente al contesto del discorso o dalla rappresentazione che ne consegue. In fatti se la frase questo cane è pericoloso può stabilire la prevedibile distanza tra te e lui di un guinzaglio, quindi circa mezzo metro, la frase questa casa è bianca può collocarti dentro di essa come a qualche centinaio di metri di distanza, sempre che sia immediatamente identificabile.
Un discorso analogo si può fare nel caso di Codesto. Esso infatti va attribuito ad una cosa che sta nei pressi del tuo interlocutore e il tuo obiettivo è anche di fargli notare la vicinanza. Pure in questo caso la definizione di distanza è relativa al contesto o alla narrazione scenica. La posizione nello spazio dell’aggettivo dimostrativo Quello colloca la cosa alla quale si riferisce in una posizione diversa rispetto ad ambedue gli interlocutori. Generalmente è equidistante da entrambi gli attori del dialogo che invece spesso sono spazialmente vicini tra loro.
La posizione temporale invece colloca l’oggetto, o la persona cui l’aggettivo dimostrativo è collegato, in un momento storico più o meno vicino. Una rappresentazione dove Questo indica la vicinanza, e Quello la lontananza. Ovviamente la rappresentazione temporale può essere reale, quindi stabilire una quantità misurabile, in mesi piuttosto che in anni, o immaginaria, quindi identificare una maggiore o minore importanza anche sul piano dell’interesse personale.
Nel primo caso puoi mettere frasi come quella storia dimenticata o questo rimpianto mi distrugge, nel secondo caso puoi mettere frasi come quella relazione tradita oppure questa soluzione mi piace. Ma il riferimento, oltre al contesto spaziotemporale, può anche essere riferito al discorso. L’aggettivo dimostrativo infatti può servire anche ad indicare la posizione nel discorso dell’oggetto al quale si riferisce. Una maggiore o minore vicinanza logica ad uno dei due o più interlocutori del dialogo rispetto al tema.
Anche Stesso e Medesimo sono aggettivi dimostrativi. Essi servono a definire sostantivi con caratteristiche vicine, nel senso di simili, o lontane, nel senso di contrastanti. Anche Tale è un aggettivo dimostrativo ed identifica l’analogia tipologica. Esso infatti può essere sostituito dalla frase questo tipo di, come vediamo nell’esempio stava manovrando sulla serratura con tale aggeggio che è lo stesso che dire stava manovrando sulla serratura con questo tipo di aggeggio.
Ma può aiutare ad avere una visione più chiara della sua forza dialettica anche capire da dove viene la parola dimostrativo. Dimostrativo viene dal verbo dimostrare e significa che serve a dimostrare e dimostrare significa mettere in mostra, rendere chiaro ed evidente, o, meglio, inquadrare sulla scena, porre sotto i riflettori. Quindi l’aggettivo dimostrativo ha il ruolo di fare risaltare sulla scena, nel discorso, nel contesto o nello spazio tempo, un qualcosa intorno al quale si svolge, si è svolta o si svolgerà l’azione. La sua realtà, nella lingua parlata, è pari alla funzione del dito che indica un oggetto, e il suo uso in un discorso, che vuole essere chiaro ed eloquente, lo vede spesso accompagnato da un gesto altrettanto dimostrativo.
Del resto dimostrativa è esattamente l’attributo di uno dei tipi classici dell’Arte oratoria. L’Eloquenza di genere dimostrativo, ancora oggi, si distingue da quella deliberativa e da quella giudiziale. Un’azione di tipo dimostrativo serve a dare corpo ad una affermazione, per fare ub modo che questa non rimanga un discorso vano ma venga presa seriamente. L’azione di un aggettivo dimostrativo quindi ha un ruolo identificativo dell’oggetto e rafforzativo dell’azione a cui si riferisce.