In questa guida spieghiamo le differenze tra dittongo, trittongo e iato.
Le lettere dell’alfabeto italiano si possono unire in modo tale da formare diverse unità di suono. Tra queste figurano i dittonghi che si identificano come l’unione di due vocali che si pronunciano con una sola emissione di voce. Ogni dittongo può essere formato dall’unione di una vocale dolce con una aspra come nel caso di parole come fiore, fuoco. In questo caso i dittonghi sono detti anche ascendenti. Quelli discendenti, invece, si ritrovano nelle parole come Europa, autunno ovvero dall’unione di una vocale aspra con una dolce. Un dittongo può essere formato anche da due vocali dolci come nelle parole fiume e piuma. Gli insiemi ie ed uo vengono detti vengono detti dittonghi mobili a causa del fatto che in alcuni nomi derivati e forme verbali essi perdono rispettivamente la i e la u quando l’accento cade su una sillaba diversa dal dittongo, per esempio tenére diventa tiéne. In altri casi il dittongo mobile si contrae sulla seconda lettera nel caso in cui, pur avendo l’accento, si trova in una sillaba che termina per consonante. per esempio in muòvere il passato diventa mòsso. L’utilizzo attuale della lingua ha lasciato spazio per l’adeguamento di alcune parole per così dire arcaiche in parole moderne. Risulta essere raro sentire parlare di giuoco. Mentre è più probabile che sentirete la parola gioco.
Il trittongo, invece, è caratterizzato dall’unione di tre vocali che si pronunciano con una sola emissione di voce come nelle parole aiuola, suoi. Solitamente, il trittongo è formato da due vocali dolci e da una aspra. Si forma così una sola sillaba.
Lo iato è dato dall’incontro di due vocali, dolce/aspra, aspra/aspra, che non formano un suono unico ma vanno pronunciate separatamente. Questo comporta una duplice emissione di voce come nelle parole paura, poeta. Le due parole che formano lo iato appartengono a due sillabe diverse e possono essere divisi in sillabe.