Le frasi subordinate possono essere suddivise sulla base della loro funzione specifica.
Oggettive. Svolgono funzione di complemento oggetto rispetto al verbo e dipendono da verbi che esprimono pensieri o sentimenti es.: Grazia disse che voleva uscire. Possono essere, infatti, introdotte da tutti quei verbi che indicano: affermazione, dichiarazione, conoscenza, opinioni, percezioni, ricordi, volontà.
Soggettive. Svolgono una funzione di soggetto rispetto al verbo della proposizione reggente. Modificando la frase possono diventare veri e propri soggetti es.: E’ palese che quella ragazza è bella, E’ evidente la bellezza di quella ragazza. I verbi che reggono questo tipo di frasi subordinate sono importare, dire ma anche espressioni formate dal verbo essere (è ora, è giusto).
Dichiarative. Spiegano un termine della reggente es.: ho avuto la fortuna di trovare un buon lavoro.
Comparative. Servono a stabilire un rapporto di comparazione con ciò che è detto nella reggente. Nella forma esplicita ha il verbo all’indicativo (se il confronto è dato per certo), al congiuntivo (se il confronto ha carattere di eventualità) o al condizionale (se il confronto è soggettivo) e può essere
-di maggioranza, introdotta da meglio di quanto, meglio… che es.: la serata è andata meglio di quanto sperassi;
-di minoranza, introdotta da meno… di, peggio di come/di quanto/di, quello che es.: a volte le persone sono meno attente di quanto dovrebbero.
-di uguaglianza, introdotta da quanto, tanto… quanto, come es.: amo il rosso quanto il blu.
Concessive. Servono ad indicare la circostanza nonostante la quale si verifica il fatto espresso dal verbo della reggente es.: Sebbene abbia nevicato siamo usciti tutte le sere. Nella forma esplicita sono introdotte dalla locuzione anche se con il verbo all’infinito. Nella forma implicita il verbo è al gerundio o al participio passato. La concessiva ipotetica indica come non reale ma probabile il fatto “concesso” il quale (cioè ammessa la cui esistenza) si svolge l’azione espressa dal verbo della principale. È introdotta dalla locuzione anche se, con i modi e i tempi del periodo ipotetico es.: anche se non vuoi, devi chiedere scusa.
Consecutive. Esprimono la conseguenza dell’azione, del fatto o della situazione espressi dalla reggente es. Grazia è così alta che molte ragazze la invidiano. Nella forma esplicita sono introdotte dalla congiunzione che e da un verbo per lo più all’indicativo. Nella forma implicita, invece, dalla preposizione da e dal verbo infinito.
Esclusive. Evidenziano un’esclusione rispetto alla reggente es.: Grazia è uscita di casa senza che nessuno se ne accorgesse. Nella forma esplicita sono introdotte da senza che più il verbo al congiuntivo; nella forma implicita dal verbo all’infinito più senza.
Eccettuative. Indicano un fatto o una circostanza che costituisce un’eccezione rispetto a ciò che è espresso dalla reggente es.: finirò di scrivere presto, a meno che non mi interrompano. Nella forma esplicita sono introdotte da tranne che, salvo che con il verbo all’indicativo o al congiuntivo. Nella forma implicita, invece, hanno il verbo all’infinito.
Finali. Indicano lo scopo, il fine cui è diretta l’azione espressa dal verbo della reggente es.: La mamma spruzza il deodorante per profumare l’ambiente. Nella forma esplicita sono introdotte da congiunzioni come affinché con il verbo al tempo presente ed imperfetto. Nella forma implicita sono introdotte da preposizioni come per, di, a e da locuzioni congiuntive come al fine di. Il verbo è all’infinito.
Interrogative indirette. Esprimono una domanda in forma indiretta ponendola non in forma diretta ma in dipendenza di un’altra frase es.: Mi ha chiesto che ora fosse. Nella forma esplicita hanno il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale. Nella forma implicita il verbo è all’infinito presente.
Limitative. Esprimono una limitazione rispetto alla reggente es.: secondo quanto dicono, Belen è una bella donna. Nella forma esplicita sono introdotte da locuzioni come secondo quanto, per quello che con un verbo all’indicativo. Alla forma implicita il verbo è all’infinito e sono introdotte da in quanto a, per.
Modali. Indicano il modo in cui si esprime l’azione espressa dalla reggente es.: Sobbalzai gridando di paura. Alla forma esplicita vengono introdotte da come, nel modo in cui ed hanno un verbo all’indicativo se esprimono qualcosa di reale, al congiuntivo o al condizionale se esprimono un fatto ipotetico o irreale.
Relative. Sono generalmente introdotte da un pronome relativo, un avverbio o un pronome misto che richiama un nome o un pronome della proposizione reggente che richiama un nome o un pronome della proposizione reggente al quale viene dato il nome di antecedente determinandolo o ampliandone il significato es.: Ho incontrato un bambino (antecedente) che è molto tenero. Possono esserci due tipi di relative: determinative che servono ad identificare l’antecedente e senza di esse il significato della reggente sarebbe vago es.: Il vestito che ho indossato ieri era di seta; appositive che forniscono un’aggiunta non indispensabile es. ieri ho indossato un vestito che era di seta. Alla forma esplicita possono avere il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale. Nella forma implicita il verbo è all’infinito.
Strumentali. Indicano il mezzo con cui si compie l’azione espressa dal verbo della reggente. La loro forma è soltanto implicita e sono espresse dal gerundio con l’infinito preceduto dall’articolo unito a preposizioni come con o locuzioni come a forza di es.: mi tengo informata sulle ultime novità consultando diversi siti web.
Temporali. Servono ad individuare dal punto di vista temporale quanto è espresso nella reggente. L’evento può essere contemporaneo, posteriore o anteriore. Nella forma esplicita la temporale è espressa dall’indicativo o dal congiuntivo es.: nel momento in cui hanno bussato alla porta stavo cucinando. Nella forma implicita la temporale è espressa dal gerundio e dall’infinito es. guardando la televisione mi sono accorta che era tardi.