I nomi comuni sono nomi che si riferiscono a cose, persone e animali senza essere troppo specifici. Il dizionario indica chiaramente se un nome è comune o proprio, perché è la prima differenza tra i nomi, prima del genere e del numero.
Per esempio, Ragazza è un nome comune, perché non si riferisce a una persona specifica, ma può riferirsi a qualsiasi donna giovane. Il nome della ragazza, per esempio Chiara, sarà invece un nome proprio. Anche se è vero che ci sono sicuramente al mondo altre ragazze con lo stesso nome, probabilmente ci si riferirà a una persona che sia chi scrive che chi legge conoscono.
Anche il cognome viene considerato nome proprio, perché è riferito a una persona specifica e consente di riconoscerla. Ci saranno altre persone al mondo con quel cognome, ma nella cerchia delle conoscenze è probabile che queste persone non siano tantissime e ci si intenda.
C’è comunque possibilità di distinguere anche tra nomi comuni e lo si fa sfruttando le altri parti del discorso. Il metodo più veloce è utilizzare l’articolo determinativo. Dire La ragazza, invece di Una ragazza rende già la prima espressione più specifica. Poi ci sono anche le altre parti del discorso, che completano il tutto. Dire La ragazza di ieri già indica una persona specifica senza possibilità di confondersi, perché quella persona è stata vista il giorno prima.
I nomi comuni sono tantissimi ed è quasi impossibile fare un elenco completo di parole di questo tipo. I nomi comuni si scrivono sempre in minuscolo, a meno che non diventino un titolo. Per esempio, se scrivi la casa, non devi usare la maiuscola, ma se ti riferisci al ristorante La Casa, allora dovrai usare la maiuscola. Ricorda che i nomi comuni hanno la forma plurale e il genere, mentre i nomi propri hanno una sola versione, senza genere e numero. Per esempio, il Sig. Rossi resta tale e non potrà mai diventare il Sig. Rossa o il Sig. Rosso. Quando, invece, si scrive il nome comune, si può usare genere e numero diversi in base al significato che vogliamo dare. Il consiglio è di distinguere i nomi propri da quelli comuni dalla maiuscola, tipica dei nomi propri, così non si avrà modo di sbagliare, soprattutto quando si tratta di scrivere dei documenti. Gli errori, in questo caso, non sono tollerati.