In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione giusta tra A parte e Apparte, una questione che crea problemi a chi scrive. Alcuni sostengono a parte, altri apparte, altri ancora credono che entrambe le forme vadano bene, e questi ultimi non hanno proprio tutti i torti. Nel Grande Dizionario Italiano dell’Uso, vengono infatti inserite entrambe le parole, ma non perché esse siano entrambe corrette, ma poiché vengono citate, in quanto ormai sono entrate nell’uso comune e vengono scritte o digitate molte volte.
Quando un termine, infatti, per quanto possa essere sbagliato, viene usato da molti, diventa quasi una variante che può essere ammessa e non più considerata errore. Risulta essere questo il caso di apparte, termine che nasce dal raddoppiamento fonosintattico di a parte.
Risulta essere ormai risaputo che la lingua italiana è il risultato di una grande varietà di tendenze storiche e sociali, le quali hanno condizionato il vocabolario, affermando spesso una variante a discapito di una forma più arcaica. A parte questo fattore, anche la fonetica ha influito molto sul lessico, rendendolo quello di oggi, pieno di termini che sono anche frutto di cambiamenti avvenuti nella dimensione dell’oralità.
Risulta essere sicuramente questo il tema che ha portato alla formazione di apparte, la forma corretta sarebbe costituita da una locuzione, formata da a e dalla parola parte, mentre quella scorretta dall’univerbazione dei due termini a causa del raddoppiamento fonosintattico.
Questo raddoppiamento è un fenomeno che interessa la pronuncia toscana, del centro e del meridione, ma non l’area settentrionale. Si riscontra tra parole tronche come monosillabi forti quali che, a, tra, fra e tra termini quali come, dove, qualche, sopra, e molti altri. Per esempio, questo fenomeno è presente nella costituzione della parola soprattutto, la quale in origine era formata dei termini sopra e tutto. Risulta essere quindi un raddoppiamento, perché causa la geminazione della consonante, e risulta essere fonosintattico, perché si basa esclusivamente sulla pronuncia, per poi ritorcersi sullo scritto.
Secondo alcuni linguisti, il raddoppiamento fonosintattico, anche detto geminazione sintagmatica o raddoppiamento sintagmatico, avverrebbe dopo un monosillabo forte, dopo diverse forme prive di accento come a, che, chi, tu, dopo i polisillabi ossitoni come in virtù somma e dopo parole baritone come come, sopra, dove, qualche.
Ecco alcuni esempi del fenomeno
Andiamo a casa di Bruno stasera.
Detto tra le righe.
Non so che cosa faremo domani mattina.
Parlerà Sara o parlerà Daniele.
In ogni caso per il momento la forma apparte non è considerata corretta da tutte le grammatiche e risulta essere quindi necessario preferire l’uso di a parte nello scritto.