In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione corretta tra Anch’io e Anche io.
Quando si verifica la possibilità di elidere una vocale tra due parole, la scelta è quasi sempre di stile. Ci sono dei casi in cui si è quasi obbligati a farlo, perché l’alternativa risulta eufonicamente insopportabile, come tra l’articolo una e la parola ora, tra le quali, se non metti l’apostrofo, la pronuncia diventa difficile o, quanto meno, pesante. In altre situazioni, invece, approfittare o meno di un’elisione non comporta una particolare differenza. C’è da dire che, in ogni caso, scegliere di farlo o di non farlo non è un errore, ma può agevolare la scorrevolezza del discorso o, in alternativa, imporre un momento di sospensione, utile a fare soffermare l’attenzione sul punto.
Risulta essere il caso di anche io o anch’io perché, oltre a potere usare senza problemi ciascuna delle due espressioni, utilizzando lo strumento dell’elisione, oppure staccando le parole, la differenza, soprattutto nel parlato, conferisce alla frase un tono differente. D’abitudine la forma anch’io, con l’elisione quindi, è posta ad inizio frase, come in Anch’io ho preso la frutta oppure Anch’io sento freddo, mentre quando la frase ha già preso un verso è più facile che ci si trovi ad utilizzare la forma anche io, quindi con le due parole separate, come in Avevano imboccato la tangenziale e anche io decisi di farlo, oppure Il tempo si stava oscurando e anche io sentivo calare l’umore.
Rimane comunque, in ognuno dei frangenti, la libertà di scelta espressiva, e ciascuna delle due non rappresenta un errore. La differenza infatti è soprattutto sul piano dell’importanza che può prendere, o meno, ciascuna delle due parole, soprattutto la prima, quindi anche. Questo perché se la propensione è quella di dare risalto, nella frase, alla dimensione comune che si viene a creare o, ancora meglio, un collante tra il contesto e le persone, allora separare anche da io può mettere il soggetto interessato sullo stesso piano degli altri eventuali componenti o partecipanti del fenomeno.
Nella frase Se anche tu ti eri opposto ad una scelta pericolosa come potevo non scegliere anche io di defilarmi le parole anche ed io stanno meglio disgiunte. Questo perché, mancando la possibilità di elidere anche e tu, non porre l’apostrofo tra anche e io mette la situazione su un piano di parità, sia individuale che fonico, ed anche mantiene una sua identità. Ci sono casi nei quali, invece, prevale l’idea della fusione, piuttosto che del confronto, e l’uso dell’elisione rende molto meglio l’idea, perché la congiunzione anche, quando si fonde con il pronome io, crea una sola e unica realtà con il contesto, come nella frase Nella stanza cadde il silenzio, e anch’io mi tacqui, per esempio.