Le congiunzioni subordinanti sono delle parole che fanno da collegamento tra la frase principale e le varie subordinate, le congiunzioni di questo tipo sono tenute in considerazione nell’analisi del periodo, per capire quale tipo di subordinata si nasconde dietro alla frase successiva alla principale. In alcuni casi, la congiunzione subordinante è, da sola, sufficiente per definire il tipo di subordinata, mentre in altri casi la congiunzione non basta e bisogna vedere il nesso logico tra le frasi per stabilire il valore logico della subordinata. Per esempio, una congiunzione subordinante dichiarativa può precedere una subordinata oggettiva, una soggettiva o una dichiarativa. Vediamo qualche caso significativo, considerando che le congiunzioni dichiarative sono il Che, da non confondere con il pronome relativo, e il Come.
Pensavo che sarebbe venuto – dichiarativa.
Risulta essere necessario che si spediscano questi documenti quanto prima – soggettiva.
Ti confermiamo che siamo molto preoccupati per questa faccenda – oggettiva.
In questo caso, il Che introduce tre subordinate di tipo diverso. Per capire se la frase è soggettiva, oggettiva o dichiarativa, si guarda al verbo della principale. Le congiunzioni subordinanti sono tantissime. Per aiutarsi, si usa suddividere anche le congiunzioni subordinanti per tipo. Oltre a quelle dichiarative, per esempio, si possono trovare le congiunzioni temporali, finali, causali, consecutive, condizionali, modali, comparative, interrogative, dubitative e limitative.
Le congiunzioni temporali creano un nesso tra la principale e la subordinata in termini di tempo. Congiunzioni come dopo che, dopo di, prima che, prima di, mentre, quando e relative forme univerbate precedono una subordinata temporale. Un esempio può essere Potrai uscire dopo che avrai finito i compiti.
Le congiunzioni finali, invece, presuppongono una subordinata che indichi lo scopo della principale. Queste congiunzioni sono: affinché, perché, che, per. Nell’espressione Studio per diventare avvocato, la congiunzione Per porta a una subordinata finale.
Le congiunzioni causali, al contrario, indicano la causa per cui avviene il fatto espresso nella principale. Riprendendo l’esempio precedente, dire Sono diventato avvocato perché ho studiato, il perché stavolta ha la funzione di introdurre una subordinata causale. Altre congiunzioni sono poiché, giacché, dato che, siccome, che, per il fatto che.
Le congiunzioni consecutive sono spezzettate nel periodo. Una congiunzione si presenta direttamente nella principale, l’altra introduce la frase subordinata. Nella frase Era così arrabbiato da non riuscire a trattenersi, le parole Così e da hanno la funzione di introdurre la consecutiva. Anche nelle comparative ci sono delle doppie congiunzioni. Nell’espressione Sa meno di quanto fa credere, è Meno di a introdurre la comparativa.
Nelle concessive, invece, basta una congiunzione a dare l’idea, sebbene, per quanto, benché sono alcune di queste congiunzioni, utili per creare un nesso logico, come nel caso di Lavoro benché sia stanco.
Le congiunzioni interrogative sono le più semplici da riconoscere, perché sono parte del discorso indiretto e hanno il verbo della principale a segnalare la funzione logica. Dimmi perché sei tornato ha una frase interrogativa che corrisponde, nella forma indiretta a Perché sei tornato. Allo stesso modo, si definisce la congiunzione dubitativa, che presuppone un dubbio Mi chiedevo se saresti mai tornato. Attenzione, perché la congiunzione subordinante Se può introdurre anche una condizionale, come nel caso di Se ci fossero i presupposti, apriremmo l’attività.
Penultime le congiunzioni modali, che indicano un modo di eseguire un certo compito o di fare Ho seguito l’ordine come hai stabilito, con le congiunzioni come, quasi, siccome.
Infine, completano le congiunzioni subordinanti quelle limitative, che mettono sul piano logico una condizione limitante, tranne che, eccetto che, salvo che, per quello che. Per quello che vale, ti stimo può essere un esempio pratico di questo tipo