In questa guida spieghiamo quale risulta essere la versione giusta tra familiare e famigliare.
Questo interrogativo rientra nella categorie delle parole che non si possono considerare giuste o sbagliate, in quanto entrambe le forme sono accettate e diffuse tra gli chi scrive e tra i letterati. Secondo l’Accademia della Crusca, però, sono preferibili le forme senza palatalizzazione e sopratutto quelle che sono le più diffuse, quindi sarebbe meglio utilizzare familiare, piuttosto che famigliare.
Entrambe le parole derivano dal termine latino Familia, che, durante il passaggio all’italiano, si è modificato, subendo una palatalizzazione, dovuta all’influenza della vocale i dopo la consonante l, mutando la pronuncia in familja e rendendo quindi un dittongo ciò che all’inizio era uno iato. Da questa evoluzione ha origine il termine italiano famiglia.
Parole come familiare e familiarità derivano, invece, direttamente dalla forma originaria latina familia e acquisiscono così il livello di termini più dotti, in quanto risalirebbero direttamente dall’originale e non dall’italiano famiglia. Entrambe le forme, però, si sono sviluppate e sono resistite nel linguaggio italiano di oggi, anche se familiarità risulta la parola più scritta e più digitata tra le due.
Questo fenomeno coinvolge altri termini come questi, quali consiliare, consigliare, fogliazione, foliazione.
Il termine foglia, per esempio, deriva dalla parola latina fŏlia, appartenente alla declinazione neutra di folium, cioè foglia, foglio, il termine foliazione, più dotto, deriverebbe dall’originale folia, mentre fogliazione direttamente dalla parola italiana.
Lo stesso vale per il termine consiglio, derivato dalla palatalizzazione del termine latino consilium che ha origine da consulere cioè consultare, la parola consigliare è derivata direttamente dal termine di lingua italiana e risulta essere il più utilizzato, mentre è molto più raro consiliare, che ha origine direttamente dalla radice latina.
Lo sviluppo di queste ultime due parole, però, è avvenuto in maniera diversa rispetto a familia, in quanto, in questi casi, è stata la forma meno dotta a prendere piede e a diventare quella più scritta. Non così è successo per familiarità, che si è maggiormente trasmesso tra gli scriventi rispetto alla forma meno colta famigliarità.
In ogni caso, anche il termine famigliarità è stato molto utilizzato nella letteratura, si può citare come esempio il titolo della famosa opera di Natalia Ginzburg, Lessico famigliare, oppure lo Zanichelli, che ha inserito sul vocabolario questa parola, dichiarandola attestata in 96 contesti di autori tra il 400 e il 500, come Boccaccio, Guicciardini e Bembo.
In autori più recenti, però, come in Goldoni, in Ugo Foscolo, in Ippolito Nievo e in D’Annunzio, ricercando il termine in entrambe le varianti, i risultati sono stati di 54 parole non palatalizzate, quindi familiarità contro, invece, 18 palatalizzate. Questo mostra come, nonostante i termini si siano diffusi insieme, in età moderna sia familiarità la forma preferita.