I nomi primitivi e derivati sono dei nomi costruiti in due modi diversi. L’indicazione se il nome è primitivo o derivato è riportata sul dizionario di italiano, attraverso la sigla di riferimento.
Il nome primitivo è costituito solo da una radice e una desinenza. La radice è la parte invariabile della parola, che può essere comune anche ad altre parole, mentre la desinenza caratterizza la parola e offre informazioni come genere e numero. La desinenza può variare in base al numero, per esempio, nella parola Acqua, la radice Acq- resta uguale, mentre la desinenza passa da A ad E nel passaggio dal singolare al plurale, dando come risultato Acque.
Nel nome derivato, invece, partendo dalla radice del nome primitivo, si ottengono altre parole, simili come area semantica, cioé con una sfumatura di significato simile a quella del nome primitivo, usando prefissi e suffissi oltre a radice e desinenza. Un esempio, utilizzando come parola primitiva Acqua è Acquitrino, che sta a indicare una pozza d’acqua più piccola e probabilmente maleodorante. Utilizzando la stessa radice Acq-, si aggiungono poi la desinenza e il nesso diminutivo.
Nella famiglia di parole collegate ad Acqua ci sono tantissimi nomi derivati, acquerello, acquaio, acquazzone, acquedotto sono solo alcuni esempi. Attenzione, anche i nomi composti dall’unione tra due parole vengono considerati nomi derivati.
Vediamo quale risulta essere è la differenza tra suffisso e prefisso. Il suffisso si presenta subito dopo la radice e prima della desinenza, mentre il prefisso si presenta prima della radice. Per esempio, la parola Triangolo è un nome derivato, perché è composto da Tri, prefisso, e Angolo, nome primitivo, mentre nella parola Barcaiolo, Barca sarà il nome primitivo, Iol farà da suffisso e O sarà la desinenza del nome derivato. Nella lingua italiana, i nomi primitivi e quelli derivati sono tantissimi. Vediamo dove inserire nell’analisi grammaticale se il nome è derivato o primitivo. Questa definizione va inserita dopo l’indicazione del genere e del numero del nome. Tornando al riferimento di Acqua, avremo
Acqua = nome comune di cosa femminile singolare primitivo.
Un’analisi di questo genere, con indicazione anche del tipo di nome, cioè se è primitivo, derivato, composto, si fa solitamente nelle prime analisi grammaticali, per aiutare i bambini a fare i dovuti distinguo tra i nomi. Già alle scuole medie, gli insegnanti si accontentano di un’analisi con l’indicazione se il nome è comune o proprio, il genere e il numero, senza chiedere se il nome è primitivo o derivato. La differenza serve comunque per rintracciare una parola della quale non si conosce il significato e non si ha un computer o un dizionario a portata di mano. Per esempio, se ci trovassimo davanti la parola Acquitrino e non ne sapessimo il significato, sapremmo dalla radice Acq- che si tratta comunque di qualcosa che ha a che fare con l’acqua.
Di solito, i nomi primitivi sono nomi comuni che consentono di creare nomi derivati in base al contesto in cui si trovano. Nel caso di Acquitrino, abbiamo dato qualche idea in più su come poteva essere quell’acqua, informazioni che non si trovano nel nome primitivo.
Nomi primitivi e derivati dimostrano che la lingua italiana è una lingua flessibile e sempre in movimento, già nelle lingue classiche c’erano degli elementi intercambiabili, cioè suffissi, prefissi, desinenze, che consentivano di dare maggiori informazioni su una parola, oppure di creare parole completamente diverse. Le lingue neolatine, tra cui l’italiano, hanno mantenuto questa caratteristica, regalandoci tantissimi nomi primitivi e derivati con cui esprimerci. L’italiano è in continua evoluzione, con nuove parole: per questo i dizionari si aggiornano sempre.