In questa guida spieghiamo cosa sono le proposizioni subordinate e quali sono le differenze tra proposizioni subordinate esplicite e proposizioni subordinate implicite.
Le frasi subordinate dipendono da altre frasi in virtù del principio della subordinazione detta anche ipotassi (dal greco hypotáxis, che significa “dipendenza”, “sottomissione”) . Si tratta di frasi che non possono stare da sole ecco perché vengono anche dette secondarie o dipendenti. Se sono rette dalla principale vengono dette subordinate di primo grado; se rette da una subordinata sono dette di secondo, terzo grado e via dicendo. A qualsiasi subordinata possono essere correlate delle proposizioni coordinate.
Le proposizioni subordinate possono essere
–esplicite se contengono un verbo di modo finito e cioè all’indicativo, al congiuntivo, al condizionale es.: so che partirà a maggio. Questo tipo di frasi subordinate possono essere introdotte da congiunzioni subordinative (che, affinché), da pronomi relativi (che, chi) e da aggettivi, pronomi e avverbi interrogativi;
–implicite se contengono un verbo di modo indefinito cioè al participio, all’infinito o al gerundio es.: gli ho chiedo di regalarmi un anello. Possono essere introdotte da preposizioni (per, a, di, da), collegarsi direttamente alla reggente o essere precedute da una congiunzione (perché, quando).
Le proposizioni implicite possono essere trasformate in esplicite, il che è talora consigliabile per ragioni di chiarezza e di stile (es. essendo uscita presto al mattino, Grazia tornò a casa poiché era stanca; Grazia tornò a casa). La forma esplicita, però, si può usare solo quando il soggetto della subordinata coincide con quello della reggente o quando il verbo è al participio o gerundio ed è indicato il soggetto della subordinata. L’esempio precedente è valido perché Grazia è il soggetto di entrambe le proposizioni.
Le proposizioni subordinate usano tutti i modi (tranne l’imperativo). La scelta dipende, generalmente, da ciò che si vuole esprimere (certezza, dubbio, ipotesi).
A differenza del tempo della principale, detto assoluto perché è indipendente i tempi delle subordinate sono detti relativi, poiché dipendono dal tempo della principale. In quanto relativi, mutano se questo muta e cambiano a seconda del rapporto cronologico tra il verbo della principale e quello della subordinata.