In questa guida spieghiamo quando utilizzare Buongiorno e Buon giorno.
Stabilire quale sia la versione più giusta può non essere semplice anche utilizzando il dizionario di italiano. In genere, le due formule non creano problemi, anche nell’uso della forma scritta nei documenti.
Nessuno andrà a segnalare un errore per un Buongiorno unito che andrebbe staccato, oppure per un Buon giorno con la netta distinzione, data dallo spazio, tra aggettivo e nome. In realtà, se prestiamo attenzione a quello che dicono i maggiori esperti della lingua italiana, c’è una differenza sostanziale tra Buongiorno e Buon giorno.
Per fare un esempio, è il Buongiorno che si vede dal mattino, non il Buon giorno. Il perché è presto detto e riguarda l’analisi logica. Il Buongiorno assume la posizione di soggetto nella frase. Il Buongiorno è un nome completo, per la precisione, un nome composto, formato da un aggettivo e un nome. Dire Buon giorno è sbagliato a livello logico, perché è il Buongiorno a vedersi, e non il Giorno, dato che l’attributo assume una funzione logica che incide sulla qualità del nome a cui si riferisce, ma non comporta lo stravolgimento della frase dal punto di vista logico.
La regola, di conseguenza, è presto svelata, se ci diamo il Buongiorno, possiamo usare sia la formula staccata che quella univerbata. Se, invece, utilizziamo la parola come soggetto di una frase, allora la forma univerbata è sicuramente la migliore.
Questo dubbio può venire anche con altri tipi di saluto, come Buonasera e Buonanotte, anche qui, si segue questa regola, andando a vedere se si tratta di un saluto generico o di un vero e proprio soggetto della frase.
Ci sono alcune formule, però, che vanno sempre rese con un certo distacco, cioè inserendo uno spazio tra l’aggettivo e il nome. Parliamo di espressioni come Buon pomeriggio, Buona serata, Buon week end. Queste formule vanno staccate per forza, perché non c’è alcuna univerbazione. L’errore è abbastanza veniale e, se non stai parlando a un linguista, è difficile che venga notato.